Chiara Samugheo e il fenomeno del tarantismo raccontato con i suoi “scatti”
Lo scorso 13 gennaio è venuta a mancare, all’età di 86 anni, Chiara Paparella, da tutti conosciuta con il nome di Chiara Samugheo, fotografa di fama internazionale. Il suo nome è legato al mondo della spettacolo e del cinema, in quanto “fotografa delle dive”, anche se questa arte aveva per lei scopi pedagogici, sociali e di ricerca.
Il nome di Chiara Samugheo è anche legato al fenomeno del tarantismo, e quindi alla città di Galatina, per la significativa attività di studio e di ricerca, appunto, svolta nel corso degli anni.
Nata a Bari nel 1935, all’età di 28 anni, contro il volere dei genitori (originari di Ruvo di Puglia e Corato), che ambivano per lei ad un lavoro “sicuro”, quello di maestra elementare, si trasferisce a Milano, città ricca di opportunità e di nuove occasioni, dove incontra Enzo Biagi, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini e Giorgio Strehler.
E’ qui che avviene la svolta della sua vita. Impara l’arte della fotografia nella scuola di Federico Patellani e conosce Pasquale Prunas, fondatore della rivista culturale “Sud” nonché grafico, illustratore, editore, che diventerà poi il suo compagno. Sarà lo stesso Prunas a suggerire a Chiara di cambiare il cognome in “Samugheo” prendendo l’idea dal nome di un paese della Barbagia. Da fondatore, assieme a Salvato Cappelli e Giuseppe Trevisani, della nuova rivista di attualità cinematografica e culturale “Le Ore”, Prunas invita Chiara ad entrare a far parte della redazione e di avviare così una collaborazione.
Alla fine degli anni ’50 dei periodici internazionali iniziano a pubblicare gli scatti di Chiara alle dive di Hollywood e di Cinecittà. Solo per ricordare alcuni nomi: Liz Taylor, Sophia Loren, Shirley MacLaine, Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, Raffaella Carrà e Monica Vitti. Foto che hanno impreziosito il suo archivio personale, che contiene oltre 165mila immagini, conservato presso il Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma.
Nel 1954 Chiara Samugheo, da poco collaboratrice della rivista “Cinema nuovo”, sposta la sua attenzione sulla fotografia utilizzata a scopi pedagogici e sociali. L’attività di ricerca la porta così a Galatina dove realizza un ampio reportage sul fenomeno del tarantismo e dal titolo “Le invasate”. Ecco che Chiara da fotografa delle dive diventa fotografa dei fenomeni religiosi e di denuncia sociale. A Galatina, scambiata per una turista appassionata di folklore, i parenti delle tarantate le permettono di scattare delle foto, sia all’interno che all’esterno della chiesetta di San Paolo, e ciò le consente di “confezionare” il fotoreportage esclusivo che oggi resta una preziosa testimonianza di storia e folklore della città.
Le foto sono © Chiara Samugheo